STORIA ED ORIGINI


Ideato sul modello dell’americana Life che nel 1936 aveva inaugurato un nuovo tipo di moderno giornalismo eminentemente visivo, Signal fu concepito quale periodico di portata internazionale ad alto costo. Scopo della pubblicazione era quello di poter contare durante la guerra, ma il progetto spaziava ambiziosamente oltre un futuro più lontano, su di un valido veicolo di propaganda nei paesi neutrali ed in quelli che il Terzo Reich aveva già occupato o si apprestava ad aggredire. Lo stesso titolo della rivista venne scelto perché il termine poteva essere facilmente inteso nel suo significato in quasi tutte le lingue europee.

La sua diffusione in Germania non era prevista ed infatti all’interno di questa, anche se circolò abbondantemente presso gli alti comandi militari, non venne mai posta in vendita. Si verificò l’assurdo che la più bella, più curata e più diffusa rivista tedesca, la quale nel 1943 doveva raggiungere la consistente tiratura di due milioni e mezzo di copie, ere, se non proibita, praticamente sconosciuta al grande pubblico del paese ove veniva redatta, composta e stampata.

Lussuosamente impressa su carta patinata, impaginata con gusto, ricca di servizi fotografici, dei quali qualcuno, novità per molti paesi d’Europa, addirittura a colori, Signal iniziò la sua marcia attraverso il continente diffondendo le inquietanti immagini del gigantesco apparato militare tedesco e le edulcorate visioni dell’ordinata vita della Germania nazista, raggiungendo ben presto indubbi risultati.

Lo doveva amaramente riconoscere l’inglese Daily Express, il quale così commentava nell’edizione del 25 aprile 1940 l’uscita del primo numero di Signal: ”E’ abile concentrata propaganda, venduta ad un prezzo che tutti possono pagare e scritta in tutte le lingue”.

Due anni dopo il 27 aprile 1942 il Daily Mail lamentava: ”l’Inghilterra non ha nulla che possa essere paragonato a Signal”.

Ancora un anno più tardi in occasione dell’uscita della rivista americana per l’estero “Victory”, un vero e proprio “contro Signal”, Life nel numero del 22 marzo 1943 aggiungeva: ”Victory non raggiunge nemmeno la mezza tiratura di Signal ed in nessun modo la sua incisività propagandistica può essere paragonata a quella del suo corrispettivo nazista”.

Sull’impiego spregiudicato di un linguaggio iconografico si era pronunciato Adolf Hitler in un passo del Mein Kampf: ”Maggiori prospettive possiede l’immagine in tutte le sue forme, compreso il film….Perciò molti sono più disposti ad accogliere in sé un’esposizione fatta con l’immagine che a leggere un lungo scritto. L’immagine apporta in breve tempo, quasi di colpo, chiarimenti e nozioni che lo scritto permette solo di ricavare da una noiosa lettura”.

Quest’analisi sulla maggiore efficacia dell’immagine nei confronti della parola scritta, vergata nel 1927, sembra già preconizzare i fondamenti e gli indirizzi di Signal.

Dietro questa grossa iniziativa editoriale, la prima di tale forza sperimentata in Europa, stava l’O.K.W. (Oberkommando der Wehrmacht) con la capillare organizzazione del suo W.Pr. (Wehrmacht Propaganda Abteilung). Questo ufficio, costituito nell’aprile 1939 allo scopo di dirigere e controllare tutte le attività di censura e di propaganda militare, dirette sia ai combattenti che alla popolazione civile della Germania e dei territori occupati, dipendeva esclusivamente dall’O.K.W.


CONTINUA...

INTRODUZIONE
STORIA ED ORIGINI
EDIZIONE TALIANA
SCHEDA ANAGRAFICA
LE ALTRE EDIZIONI
IL MONDO DEL COLLEZIONISMO
LE COPERTINE
GUESTBOOK